Soggetto
Corone
Caratteristiche
Olio su tela
158×158 cm
Edizione Limitata
Disponibile
RICHIEDI QUOTAZIONEDescrizione
Queste composizioni modulari, sono chiamate da Amanda con due termini decisamente icastici. Splendore e Vacuità del potere. Entrambe le composizioni, costruite accostando nel perimetro della tela le corone nomate, hanno al centro due diverse strutture dai colori antitetici. Bianco e nero. Entrambe le tele declinano significati opposti, apparentemente estensioni bidimensionali della dualità che anima il cosmo, in questo caso applicate alla natura volitiva dell’essere umano.
Il candido cuore all’interno della composizione Splendore, ci parla di un atteggiamento esistenziale animato da una volizione imperitura e mai appagata verso obiettivi in costante rinnovamento. La profonda astrazione connessa al color bianco, veicola una kenosis o azzeramento, presupposto considerato come incipit necessario al percorso di crescita di ogni essere umano. Da questa tabula rasa, l’uomo conduce il proprio processo di crescita aggirando le stratificazioni esperienziali negative, senza ripudiarle. Ogni esperienza negativa vissuta, ha il proprio correlativo nelle corone laterali, che in questo caso, rappresentano i traguardi raggiunti e ottenuti attraverso sofferenza, perdita e lutto.
Nuovamente l’artista torna a indulgere nell’osservazione della circolarità taoista che anima l’universo, ribadita nella sovrapposizione tra microcosmo e macrocosmo. L’universo parla una lingua fatta di eleganza e armonia. Se dobbiamo riconoscere un ordinamento teleologico, nell’apparente caos che domina l’universo, questo deve realizzarsi nel concetto di vita. Tale postulato, di fatto esplicita, come dietro l’apparente disordine, si celi una struttura costruita su leggi armoniche.
Il colore bianco, che non è solo assenza di colore, in realtà è la più stringente epitome della perfetta equazione che avvalora la teoria del tutto. Alla stessa stregua l’immagine dello Splendore del Potere ingloba questi assunti a livello cosmologico e filosofico, applicandoli al microcosmo che appartiene all’uomo. L’uomo raggiunge i propri obiettivi più nobili perdendosi esso stesso nella perfezione del bianco della luce pura. Una bellissima analogia che Amanda mutua dall’ultimo canto del Paradiso dantesco. (Oh abbondante grazia ond’io presunsi\ ficcar lo viso per la luce etterna,\ tanto che la veduta vi consunsi. \ Nel suo profondo vidi che s’interna\,legato con amore in un volume\,ciò che per l’universo si squaderna\).