Descrizione
L’alfabeto arcano di Amanda consta di un altro vocabolo, il Re e la Regina di Picche. La carta delle Regine dispiega il consueto binomio di attitudini divergenti e antitetiche, che L’artista chiama in questo caso, Malizia e Melanconia. Sono ancora una volta, differenti modalità d’ approccio esistenziale, entro le quali si palesa la complessità della persona che le ha concepite. La parte apicale del dipinto mostra una donna dallo sguardo severo, come se le sue insicurezze avessero forgiato una corazza esterna impenetrabile. É adorna di preziosi, come la corona dorata e indossa vesti sgargianti degne del ruolo che ricopre.
La corona simboleggia la propensione al confronto col prossimo, viziato però da diffidenza e circospezione. Ostenta nella mano un vincastro sormontato da un seme di picche che indica strenua risoluzione nell’affrontare gli ostacoli, e un’energia penetrante ma mai pura e innocente. Ogni incursione nel sociale è vissuta con sofferenza, i rapporti umani sono viziati dalla perenne volontà di raggiungere obiettivi connessi all’affermazione professionale. É la donna arrivista pronta a tutto per ottenere ciò che ardentemente brama. Il monile che mollemente le cade sul petto, ha come simbolo una minuta corona d’oro.
Tale diadema metallico verga in tinte aristocratiche, l’imperitura fierezza che contraddistingue ogni suo agire, anche se la dimensione estetica del suo muoversi nel mondo, rimane essenzialmente triviale. Essa possiede coscienza e fiducia nei propri mezzi, ma l’impaccio prosaico, entro il quale dispiega le proprie scelte, la rende incompiuta e tentennante a livello spirituale. Le picche disegnate a ornamento delle maniche, rappresentano i riconoscimenti in campo lavorativo. Mentre le cromie del giallo e del turchese lasciano intendere una remota possibilità di redenzione, nonostante il dito medio della mano destra faccia pensare il contrario. La parte opposta della carta è chiamata Melanconia o Melancolia. É chiaro, in questo caso, il preciso riferimento alla celebre incisione di Albrecht Durer. In quest’occasione Amanda ci racconta di una propensione allo struggimento e al ripiegamento interiore della figura in effigie. La donna di cui parla è eternamente dibattuta nel conflitto coi propri fantasmi del passato, che emergono puntuali ogniqualvolta le sia palesi una scelta di campo importante.
Sono lacerazioni e ferite pregresse, amori deludenti o lutti non elaborati, che determinano un totale ancoraggio al passato. Prova diretta è il monile che vellica il petto della Regina, che raffigura un’effigie maschile. Lo sguardo della sovrana, racconta un’esistenza, vessata da incertezza e scoramento. I semi di picche, a ornamento delle maniche, esprimono le infinite occasioni perdute nell’incapacità di dare un’inversione di tendenza alla direzione delle proprie scelte. Le cromie molto tenui delle vesti in questo caso ci parlano di una personalità poetica e sognatrice, quindi, per questo, in balia della perenne disillusione.